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Storia della penna a sfera

Storia della penna a sfera

Le origini della penna a sfera

La scrittura a mano ha origini molto antiche. Inizialmente, l’uomo utilizzava gli steli delle piante per stendere l’inchiostro su papiri e pergamene. Con l’avvento della carta, iniziarono ad essere usate le penne di uccello (da qui il nome penna tramandato fino ai nostri giorni), le cui punte aguzze permettevano di imprimere linee molto sottili.

La storia della penna a sfera affonda le sue radici nel XIX secolo, quando John J. Loud, un conciatore di pelli, cercava un qualche strumento in grado di scrivere sui suoi prodotti in pelle. Grazie al suo ingegno, nel 1888, fu brevettata la prima penna a sfera: era una penna composta da un tubo contenente l'inchiostro e da una piccola sfera rotante di acciaio inserita sulla punta. 

L’invenzione era geniale, ma limitata, perché quello che faceva era confinato a ciò che serviva a lui per la sua attività commerciale, mentre era troppo grossa per scrivere le lettere sulla carta.

Ladislao José Biro, inventore della penna a sfera 

Ladislao José Biro (1899-1985) è stato un giornalista ungherese, naturalizzato argentino, inventore della penna a sfera che porta il suo nome, la biro.
L’intensa attività giornalistica di Biro lo spinse a cercare uno strumento che fosse più efficace della penna stilografica (brevettata in Francia nel 1827), che a quel tempo era il mezzo più usato insieme ai pennini. Questa, infatti, spesso macchiava, il suo inchiostro si asciugava molto lentamente e doveva essere ricaricato solo dopo aver scritto poche parole.

L’idea illuminante gli venne osservando dei bambini che giocavano a biglie, quando si accorse che le sfere, dopo essere passate in una pozzanghera, lasciavano per terra una traccia di fango uniforme.
Da quel momento, Biro cercò di studiare il modo per inserire all’estremità della punta della penna una piccola sfera metallica, mobile, che fosse in grado di rilasciare l’inchiostro dalla cartuccia e di rilasciarlo su carta in modo rapido e omogeneo.
All’inizio, Biro usava lo stesso tipo di inchiostro per stampare sui quotidiani, più denso di quello delle stilo, ma anche più veloce ad asciugarsi. Grazie all’aiuto del fratello, un chimico, sviluppò un inchiostro con la giusta viscosità, tale da scorrere agevolmente sulla sfera e da asciugarsi rapidamente sulla carta.

La storia della penna a sfera BIC

Quando ci si chiede chi ha inventato la penna, Ladislao Biro è certamente la prima persona che ci viene in mente, ma la storia della penna, come per ogni grande invenzione rivoluzionaria, è frutto dei tentativi ed errori di molti. 

Dall’invenzione, poi, deriva spesso l’innovazione: un processo in grado di apportare modifiche al prodotto esistente introducendo nuovi modi o idee. 

Marcel Bich, credendo nel potenziale della penna a sfera, adattò e migliorò la sfera inventata da Biro, perfezionando il metodo di produzione; così, nel 1950, lanciò in Francia la penna sfera con il marchio BIC (una versione abbreviata del suo cognome). Grazie alla qualità e al prezzo accessibile, la penna a sfera BIC Cristal fu un successo commerciale globale e i suoi 60 modelli diversi, con un ventaglio cromatico di 15 colori, conquistarono un numero sempre crescente di consumatori.

I componenti della penna a sfera

La penna a sfera è sicuramente uno dei gadget promozionali più apprezzati nel campo della pubblicità, ma prima di capire perché sempre più aziende la scelgono come strumento di marketing, vediamo com’è fatta e come funziona una penna a sfera.

Le parti che compongono la penna biro sono:
  • la punta: è realizzata in ottone, in alpacca, in plastica o in acciaio e al suo interno vi è una piccola sfera metallica, che rimane libera di rotolare e che consente di trasferire l’inchiostro sulla carta, oltre che a controllarne il flusso;
  • il serbatoio contenente l’inchiostro: si tratta di un inchiostro viscoso in grado di sporcare l’estremità della sfera ruotante, la quale per trascinamento lo rilascia sul foglio; può essere di diversi colori e la sua caratteristica principale è quella di asciugarsi quasi immediatamente al contatto con la carta;
  • il fusto: è il corpo della penna, la parte di maggiore dimensione, al cui interno si trovano principalmente un tubo di plastica, che contiene l'inchiostro, e una molla, se il meccanismo della penna è scatto.

Come funziona una penna a sfera

Ne esistono fondamentalmente due tipi: 
  • a cappuccio, le classiche stick pen, che hanno il tappo, una protezione per l’inchiostro staccabile dalla punta come avviene nelle stilografiche;
  • automatiche, dotate di un meccanismo che fa entrare e uscire la punta; questo meccanismo di fuoriuscita del refill (la ricarica) può essere a scatto o a rotazione.
Il meccanismo a scatto, o pressione, è quello più popolare. Con un semplice clic nella parte opposta alla punta, grazie ad una molla all’interno del fusto della penna, si può estendere o ritrarre la cartuccia d’inchiostro.

La penna personalizzata come strumento pubblicitario 

Il nostro affascinante viaggio lungo la storia della penna a sfera termina con la sua evoluzione più recente, quella di gadget pubblicitario.
La penna è sempre la stessa, ma è la sua funzione ad essersi ampliata. Le penne personalizzate, infatti, consentono di promuovere il proprio brand in modo estremamente facile e incredibilmente conveniente. L’infinita varietà dei modelli, di forme, colori e materiali diversi, offre un’ampia gamma di scelta in grado di soddisfare lo stile di ogni azienda che ha scelto questo oggetto come regalo per i propri clienti, attuali o potenziali, dipendenti e collaboratori.

Grazie all’incisione del logo sulla penna, l’azienda può far conoscere il suo brand e raggiungere un’ampia visibilità. Per questo, le occasioni migliori in cui regalare le penne personalizzate sono gli eventi e le fiere di settore, quando c’è un flusso continuo e costante di persone, ma possono anche essere offerte ai propri dipendenti o collaboratori, per aumentare la fiducia e creare un senso di appartenenza e di fiducia.

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